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NEOCLASSICA

Neoclassicismo musicale è un termine che fa riferimento ad una corrente estetica a cui aderirono in modo diverso e personale moltissimi compositori del Novecento, da Maurice Ravel, a Igor Stravinsky, da Gian Francesco Malipiero a Paul Hindemith; punti essenziali della sua poetica possono essere ravvisati in un rifiuto delle poetiche sentimentalistiche ed espressive proprie del Romanticismo, in un superamento delle ingerenze extramusicali per un ritorno ad una forma più pura, autonoma, in cui la musica abbandoni le sue velleità filosofiche o morali per tornare alla sua dimensione autosufficiente ed indipendente rispetto ad altre arti o conoscenze, a farsi "gioco", "intuizione", "stile" o Art pour l'Art. I Neoclassici cercavano negli antichi - ad esempio in Johann Sebastian Bach - il rigore espressivo e l'equilibrio della forma che il Romanticismo aveva superato nella sua poetica fortemente soggettivizzante, nonché aperta a contaminazioni provenienti da altri campi artistici come la letteratura o la pittura.

Il Neoclassicismo raggiunge piena affermazione negli anni Venti del Novecento, ma ha illustri precursori ottocenteschi, tra i quali può essere annoverato Johannes Brahms. Con il suo pressoché totale rifiuto della musica a programma, nonché con la sua aspirazione estetica di un ritorno alle scuola organistiche dell'antica tradizione tedesca, a modelli quindi di più posato e riflessivo contegno espressivo e formale, Brahms rappresenterà da un lato la controparte "classicista" o conservatrice della corrente romantica contrapposta alle istanze innovative di Liszt e Wagner, e dall'altro un'alternativa al cromatismo intenso dell'opera wagneriana. Tale distinzione non deve comunque assumere i toni di una netta scissione, in quanto molti studiosi hanno recentemente rilevato notevoli affinità nei trattamenti armonici delle opere di Brahms e Wagner. Interessanti riscontri ottocenteschi di molte scelte estetiche neoclassiche, sono rilevabili nell'opera Il bello musicale (1859) di Eduard Hanslick, critico musicale che prenderà parte attiva nel dibattito tardo-ottocentesco schierandosi a fianco di Brahms, a sfavore di Bruckner e Wagner, rivendicando l'impossibilità della musica ad esprimere concetti, idee o sentimenti, ad esprimere cioè qualcosa di diverso da sé.