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DUB

Il Dub è un sottogenere del reggae sorto in Giamaica durante la fine degli anni sessanta.

 

Storia

 

Il dub (letteralmente tradotto in "doppiare") deve il suo nome alla pratica del dubbing instrumental, una versione ritmica di brani reggae inclusi nei b-side dei singoli in formato 45 giri che poi divenne un vero e proprio stile accettato che veniva sperimentato dagli ingegneri del suono per creare delle nuove varianti con i loro mixer. Questo nuovo metodo venne chiamato "versione dub" del brano originale, e gran parte dei 45 giri venduti in Giamaica includevano appunto sia le versioni originali che quelle dub sul lato b. Ancora prima che il reggae apparisse sulle scene, una delle cose che distingueva i dj era la pratica e l'abilità del toasting. Ma non potevano farlo nel modo migliore senza competere con i testi della musica. La pratica di ri-registrare dei brani reggae senza la voce risale al 1967, quando i dj trovarono le dance hall affollate e la gente alle feste molto divertita dal fatto di poter cantare loro stessi i testi dei brani. Attorno al 1969 qualche dj iniziò a parlare sopra queste registrazioni senza la parte vocale, reinterpretando il testo anche in modi originali. Il più importante di questi primi dj fu U Roy, che divenne celebre per la sua abilità nell'improvvisare dei dialoghi con i cantanti dei brani registrati. Quest'ultimo venne anche riconosciuto come i maggior ispiratore del DJ style, e introduceva le version nello stesso sound system di King Tubby. U Roy fece strada nei sound system supportato proprio dal tecnico del suono King Tubby (Osborne Ruddock) che mixava tutte le tracce strumentali con sopra la sua voce. King approfondì le sue sperimentazioni con le version: i primi prototipi di dub rudimentali erano realizzati con un vecchio mixer a 4 canali nel suo studio casalingo, a Waterhouse, situato nei ghetti di Kingston. Il suo più grande rivale dell'epoca era Errol Thompson, del Randy's studio. Tubby ebbe il coraggio di remixare dei brani anche togliendo la parte vocale. Egli modificò delle parti qua e là facendo del basso e della batteria gli elementi in risalt, spesso accompagnati anche da chitarra e organo.

 

Macchinario per incidere vinili, nel retro del negozio originario della VP RecordsInfine, King iniziò a sperimentare remixando le tracce strumentali, alzando il livello della ritmica, e abbassando o eliminando le parti vocali, aggiungendo nuovi effetti come il riverbero e l'eco. Il risultato fu interpretato da molti fan del reggae come uno "spogliare" la musica portandola alla sua essenza più pura. I singoli 45 giri con le versioni dub nel b-side divennero molto diffuse, e King Tubby divenne il padre di questa nuova tendenza[2] che, grazie al suo successo, diede inizio ad una nuova corrente in Giamaica. Il dubbing, come venne chiamato inizialmente, diede a molti dj la possibilità di costruirsi una reputazione nel panorama musicale giamaicano. Come il dubbing divenne popolare alle feste in strada, molti dj come Big Youth e lo stesso U Roy iniziarono a registrare delle proprie versioni.

Album composti interamente da versioni dub iniziarono ad emergere nel 1973, quando apparirono sulle scene produttori che presero come riferimento Tubby come Bunny "Striker" Lee e Augustus Pablo (quest'ultimo intridusse la melodica, che divenne uno dei simboli di questa nuova variante); altri produttori chiave erano Keith Hudson e Lee "Scratch" Perry (nel cui studio di registrazione, il Black Ark, furono registrati molti dei dischi reggae e dub più innovativi degli anni '70), Glen Brown, Prince Tony. Dal 1976, la popolarità del dub in Giamaica era seconda solo al roots reggae dei rastafari, e conquistò forti consensi anche nel Regno Unito (grazie anche all'etichetta Island Records), dove artisti roots reggae come Burning Spear e Black Uhuru avevano solo provato ad sperimentare timidamente queste nuove sonorità