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CHIPTUNE

Con il termine chiptune o chip music ci si riferisce a brani di musica scritta per formati sonori in cui tutti i suoni sono sintetizzati in tempo reale dal chip sonoro di un computer o una console, anziché essere basati sulla sintesi di sample preesistenti.

Il periodo di maggior successo delle chiptunes va situato tra la seconda metà degli anni ottanta e i primi anni novanta, quando i chip sonori erano il metodo più comune per generare musica sui computer.

Nel tentativo di generare arrangiamenti più complessi, i compositori di queste musiche, per aggirare le limitazioni imposte dal mezzo, si misero a sviluppare i loro personali strumenti elettronici nonché spartiti musicali specifici, impiegando una combinazione dei due metodi di sintesi sonora, cioè la modulazione dell'ampiezza d'impulso PWM e la sintesi wavetable, e implemetando speciali tecniche di composizione che sfruttavano largamente l'arpeggio.

Tutto ciò è dovuto al fatto che i primi chip sonori disponevano di un generatore sonoro che poteva controllare pochi canali contemporaneamente, emettendo solo poche tonalità e rumori simulati; la tecnologia di generazione sonora del periodo limitava di molto la complessità dei suoni; le melodie risultanti potevano così sembrare gracchianti e fastidiose all'orecchio dell'ascoltatore non abituato a questo tipo di musica.

Come facilmente comprensibile, le chiptune sono strettamente correlate alla musica nei videogiochi. Il termine è stato utilizzato recentemente in riferimento a composizioni contemporanee che ricreano quel genere di sonorità, ma attraverso le tecnologie odierne, come ad esempio nella Micromusic.

 

Le origini

 

I più datati precursori della chip music si possono già riscontrare nella storia iniziale della computer music. Nel 1951, i computer della serie CSIRAC e Ferranti Mark 1 erano usati per eseguire delle esibizioni pubbliche di musica digitale sintetizzata in tempo reale.

Negli ultimi anni 70, le console dei videogame e i microcomputer (home computer), cominciarono a possedere dei circuiti integrati dedicati alla generazione sonora. Un primo notevole esempio è il chip TIA dell' Atari VCS (1977) che proponeva due canali di emissione (voice channel) con impostazione indipendente, l'uno dall'altro, della forma d'onda e del volume.

Dato che parecchi microcomputer erano venduti con la possibilità di gestire musica e suoni, iniziarono a essere disponibili software commerciali per la composizione musicale, che giravano su vari modelli di microcomputer. Un primo esempio è l' Atari Music Composer, rilasciato nel 1980 per l' Atari 400/800. Questi programmi erano semplici e intuitivi da usare, ma avevano capacità molto ristrette. Al fine di avere maggior vantaggio dal chip sonoro, erano necessarie approfondite conoscenze di programmazione, spesso in linguaggio assembly.